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Sostenibilità

Carne 100% italiana: buona e virtuosa

Carne sostenibile e acqua: un legame indissolubile

L’esistenza dell’essere vivente, in ogni sua forma e sostanza, è direttamente collegata alla presenza di acqua. Infatti, è nell’acqua che comparvero le prime forme di vita miliardi di anni fa, e la regola è tutt'oggi fortemente rispettata: senza acqua la continuazione di qualsiasi specie è pressoché impossibile.

Tuttavia la risorsa, si identifica come rinnovabile e, al tempo stesso, limitata ed estremamente vulnerabile.

Serve prendersene cura, ancora di più se si osservano i numeri consumati dagli esseri umani: l’agricoltura cattura circa il 70% della risorsa, segue l’industria con il 23% e chiude la classifica l’uso domestico con circa il 7%.

Water e carbon foot print

L’impronta ecologica e quella carbonica si muovono di pari passo verso la necessità di tenere sotto controllo l’utilizzo delle risorse naturali. L’attenzione estrema verso l'acqua è indispensabile per garantire forme di vita e di crescita, ecco perché in tema ecologico si sente spesso disquisire della water footprint.

Gli studi che ruotano attorno all’impronta idrica spesso indicano volumi di acqua virtuale e indicano la quantità di acqua utilizzata in tutto il processo di produzione: dalla realizzazione del prodotto sino al consumo e messa in tavola.

L’obiettivo principale della water foot print è esattamente quello di azzerare - o ridurre al minimo - gli sprechi, così da aumentare la sostenibilità e mantenere intatto il rispetto verso l’ambiente nel suo insieme.

Procedura dell’impronta idrica

L’impronta idrica determina tre tipologie di acqua: verde, blu e grigia. La distinzione è utile per definire la sua natura in fase di impiego, oltre a determinare la variazione durante la lavorazione relazionata alla funzione.

Acqua verde

Indispensabile per l’agricoltura, l’acqua verde corrisponde all’acqua piovana, a ciò che la natura mette a disposizione e diventa indispensabile. Ecco perché viene raccolta in cisterne, conservata e utilizzata all’occorrenza, serve averne cura.

Acqua blu

L’acqua che proviene dall’acquedotto e dai bacini idrici si identifica nel colore blu. Viene utilizzata per alcune lavorazioni e per l’abbeveraggio, può ritornare nel bacino dal quale è stata immessa in tempi diversi e in seguito a determinati processi di purificazione. Il percorso è piuttosto costoso e necessita dell’intervento umano attraverso apposite infrastrutture e lavorazioni.

Acqua grigia

La terza tipologia si identifica con l’acqua grigia e si riferisce all’acqua utilizzata per ripristinare l’acqua blu e per ripristinare determinati valori ecologici. In altre parole, questa tipologia racchiude le acque contaminate da vari ed eventuali prodotti chimici e di scarto, è dunque, inutilizzabile nella filiera produttiva alimentare e agricola.

Questione di impatto

Diversi studi affermano che il Bel Paese si posiziona ai vertici della classifica per l’attenzione verso l’ambiente nella produzione di carne biologica. Serve però approfondire l’argomento mantenendo alta l’attenzione verso l’impronta idrica che rappresenta gran parte della questione.

Per prima cosa serve sottolineare che le diverse coltivazioni agricole richiedono dispendi energetici e di materie prime differenti, questo è un dato di fatto, impossibile da sindacare. Allo stesso modo anche la filiera alimentare richiede differenti lavorazioni e diverse quantità di acqua. Ciò che è bene tenere a mente è la quantità, o meglio il volume virtuale di acqua verde che viene utilizzato.

L’impatto ambientale è oggi un elemento in continuo studio, e soprattutto nella filiera alimentare diventa essenziale quando è messo in relazione ad una materia prima tanto preziosa quanto esauribile.

Questione di rapporti

Per la produzione di una bistecca di manzo di medie dimensioni - 200 gr - servono 3000 L di acqua e, la suddivisione in tipologie è: 94% acqua verde, 4% acqua blu e 3% acqua grigia. Il dato che potrebbe significare tutto e niente permette di fare un ulteriore approfondimento: è il rapporto tra le varie tipologie a riscuotere ancor più interesse.

Sebbene l’acqua grigia possieda una certa importanza, soprattutto per il recupero e il ripristino della qualità, è il rapporto tra acqua verde e acqua blu a dover essere preso in considerazione con maggiore attenzione. Ovvio è che molto dipende dalla zona di coltivazione che si sta analizzando, tuttavia è la capacità del luogo di conservare l’acqua verde e ripristinare l’acqua blu a svolgere un ruolo essenziale, ancora di più se si considera l'allarme esauribile della risorsa naturale.

Dunque, cosa si può fare?

L’Italia è al vertice della classifica per “migliore conservatrice” poiché ha scelto di investire prima in studi e poi in pratica nella questione e provare a risolvere il problema che sta diventando sempre più importante.

Come?

Uno dei metodi utilizzati è l’agricoltura 4.0 che introduce tecniche che includono energia rinnovabile e metodi di coltivazione particolari e…innovativi. Insomma, la risposta sembra essere racchiusa nell’innovazione tecnologica prendendo spunto - ancora una volta - dai metodi tradizionali quali la conservazione.